Stanchezza fisica, psicologica e mentale, angoscia, depressione: sono solo alcuni dei sintomi della cosiddetta “sindrome del caregiver”. Ma chi sono i caregiver, o meglio i caregiver informali o familiari? Sono persone che si prendono quotidianamente cura a titolo gratuito di familiari non autosufficienti, anziani, disabili.
La sindrome li colpisce perché non hanno diritto a ferie o vacanze, non possono ammalarsi, né cambiare lavoro, a differenza dei caregiver professionali che hanno scelto di operare nel settore dell’assistenza. Quello che svolgono non è un lavoro, ma un’attività volontaria che li impegna da tutti i punti di vista.
In Italia ancora non esistono misure di tutela per queste figure. Eppure rappresentano risorse insostituibili per il nostro welfare. Sono fermi da maggio i lavori in Commissione Lavoro del Senato sui tre Ddl volti a introdurre la figura del caregiver familiare nell’ordinamento italiano. Ciò al fine di riconoscere ai caregiver le tutele auspicabili, dal punto di vista giuslavorista, previdenziale e assistenziale.
Nell’attesa che qualcosa torni a muoversi a livello nazionale e non solo a livello regionale (l’Emilia Romagna è all’avanguardia in questo senso), diamo una breve occhiata al panorama europeo.
La Svezia e la Danimarca finanziano un sistema di assistenza, anche psicologica. In Inghilterra, il familiare che assiste ha diritto alla valutazione della propria condizione di bisogno esistenziale, indipendentemente da quella della persona assistita. Lo Stato francese riconosce a coloro che sono costretti a lasciare il lavoro per curare un familiare per almeno 30 mesi consecutivi una pensione piena all’età di 65 anni e assimila all’impiego ai fini contributivi il periodo dedicato all’attività del prendersi cura. In Finlandia, possono essere riconosciute indennità ai caregiver, i quali hanno diritto a tre giorni di congedo al mese. La Germania ha attivato dei centri di informazione rivolti ai caregiver che danno informazioni in merito ai servizi di supporto. Nei Paesi Baltici, invece, per soddisfare i bisogni di assistenza si fa interamente ricorso ai caregiver familiari, che non possono a loro volta contare su alcun sostegno. In Estonia, infine, è sancito dalla stessa Costituzione il dovere dei figli di prendersi cura dei genitori non più autosufficienti.
Fonte: Eurocarers
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